qui sorge quella che è considerata essere la fontana più bella di Chiavenna, quella di San Pietro, un tempo detta pretoriale. Il nome antico deriva dalla collocazione antistante al Palazzo del Pretorio: sede dei commissari grigioni nei secoli di appartenenza alla Repubblica delle Tre Leghe. Caratteristiche singolari dell’esterno dell’edificio sono gli stemmi dipinti sulle due facciate esterne riferiti ai commissari grigioni e alle rispettive mogli, e uno stemma di Chiavenna in pietra ollare del 1619 collocato sopra al portone del palazzo. Della stessa pietra si costituisce la fontana, costruita nel 1732, come scritto sul collare della tazza. E’ curioso ricordare come la collocazione originaria della fontana non è quella di Piazza San Pietro: nell’anno di costruzione venne posta al centro della strada principale, nella Paart de mèz (oggi via Dolzino al numero 98), dove scende la breve via che si stacca dall’ingresso del Pretorio. Attorno alla fontana si sviluppano quattro paracarri di protezione. I primi, rimossi negli anni sessanta di questo secolo, sono stati sostituiti nel 1981. Ad essi è dedicata una poesia del Mazzoleni
(possibilità di allegarla in file audio).
Sulla casa di sfondo, accanto a una Madonna con bambino, il pittore locale Francesco Prevosti dipinse un uomo affacciato a una finestra. E’ il Pasquarèll, un uomo di Prata Camportaccio che abitava lì ed era solito controllare alla finestra quanto succedeva sulla piazza. Suo passatempo preferito era guardare le belle ragazze che scendevano da Uschione e da Lottano a vendere frutta e fascine sulle panchine a lato della fontana. La tradizione vuole che negli ultimi decenni dell’Ottocento, la finestra delle sue giornate fu chiusa da un elemento sporgente. Fu allora che il proprietario dell’edificio, pittore e fotografo, decise di tramandare per sempre la memoria del Pasquarèll, dipingendolo tra le persiane socchiuse di una finestra.
Oltre al Pretorio delimitano la Piazza San Pietro la chiesa di San Pietro, già esistente nell’XI secolo e dall’annesso convento seicentesco delle suore Agostiniane, entrambi soppressi da decreto napoleonico del 1810.